giovedì 25 settembre 2014

L’aceto come disinfettante efficace ed economico per debellare i batteri della tubercolosi

The vinegar as a disinfectant effective and economical way to eradicate the bacteria of tuberculosis
Уксус в качестве дезинфицирующего эффективный и экономичный способ искоренить бактерии туберкулеза
醋作为根除结核病的细菌消毒有效和经济的方法

L’aceto come disinfettante a basso costo, naturale e non tossico per combattere il batterio che causa la tubercolosi. È questa la recente scoperta, fatta in maniera del tutto casuale, di una ricercatrice venezuelana.
L’acido acetico presente nell’aceto è una soluzione efficacissima per uccidere alcuni micobatteri, tra cui quelli altamente farmaco-resistenti della Tbc (Mycobacterium tuberculosis).
La scoperta, pubblicata sulla rivista mBio dell’American Society for Microbiology, è stata fatta per puro caso da una ricercatrice venezuelana che stava usando aceto per preparare un farmaco da testare sul microrganismo della tubercolosi.
Gli scienziati, nel corso degli anni, hanno testato numerose sostanze cercando quelle che riuscissero a uccidere questo tipo di batteri.
Un esempio è la candeggina, molto utilizzata per la disinfezione di alcuni strumenti, ma che risulta essere tossica per l’uomo.
Howard Takiff, autore senior dello studio e responsabile del Laboratorio di Genetica Molecolare presso l’Istituto Venezuelano di Investigazione Scientifica (IVIC) a Caracas afferma che “i micobatteri sono noti per causare la tubercolosi e la lebbra, ma micobatteri che non appartengono alla tubercolosi sono comuni nell’ambienteanche nell’acqua di rubinetto e sono resistenti ai disinfettanti.
Quando si contaminano i siti di intervento chirurgico o quelli in cui vengono eseguite procedure cosmetiche, questi causano gravi infezioni. Sono intrinsecamente resistenti alla maggior parte degliantibiotici, richiedono mesi di terapia e possono lasciare cicatrici deformanti”.
Così, mentre il dottore cercava una possibile risposta a questa domanda, una sua borsista post dottorato,Claudia Cortesia, durante alcune ricerche si accorge per caso della capacità dell’aceto di resistere ai micobatteri.
Stava testando un farmaco che doveva essere prima sciolto in acido acetico, quando si è accorta che otteneva lo stesso identico risultato senza usare il farmaco.

Una volta fatta la scoperta, l’efficacia dell’acido acetico è stata testata in un altro centro, più attivo come clinica TBC: l’Albert Einstein College of Medicine di New York.
Lì, si è così potuto evidenziare come l’esposizione a una soluzione al 6% di acido acetico per 30 minutiuccide efficacemente il batterio della tubercolosi. Compresi i ceppi resistenti a quasi tutti gli antibiotici conosciuti.
Per comprendere meglio, basti sapere che la presenza di acido acetico al 6% è leggermente superiore a quella dell’aceto da supermercato che, di norma, è al 4-5%.
Dunque, l’aceto potrebbe benissimo esse usato come disinfettante a basso presso e non tossico in ambiente clinico, per la pulizia delle superfici su cui possono annidarsi questi germi.
Takiff ha continuato a eseguire test per un anno presso l’Università di Montpellier in Francia. Durante le sue ricerche ha esaminato anche l’ M. abscessus, uno dei micobatteri più difficili da debellare, presente soprattutto nell’acqua e in grado di causare malattie croniche polmonari.
In questo caso, ha scoperto che la soluzione di acido acetico doveva essere aumentata del 10% per essere efficace. Un’esposizione di 30 minuti, a queste condizioni, ha permesso di debellare completamente il micobatterio.

Takiff ha così concluso: “Per ora questa è semplicemente un’osservazione interessante. L’aceto è stato utilizzato per migliaia di anni come disinfettante comune e ci limitiamo ad aver esteso studi del XX secolo sull’acido acetico. Se possa essere utile in clinica o nei laboratori di micobatteriologia per sterilizzare attrezzature mediche o per la disinfezione di culture o campioni clinici, resta da stabilire”.
Di sicuro, però, la scoperta permette di fare passi avanti da gigante nella ricerca di disinfettanti che possano essere utilizzati soprattutto nei Paesi poveri, per la loro efficacia e il loro basso costo.


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