domenica 27 dicembre 2015

LA PORTA SEGRETA DELLA GRANDE PIRAMIDE

The secret door of the Great Pyramid
Секрет дверь Великой Пирамиды
大金字塔的暗门



La Piramide di Cheope- per motivi religiosi, spirituali ed energetici – fu usata anche come Tempio, per le speciali funzioni “magiche” a essa correlate.
Credo inoltre fermamente che fosse un distaccamento “molto particolare” della Casa della Vita, di cui gli Egizi hanno sempre parlato come del luogo di apprendimento e di formazione. Era l’Università di Alchimia, Occultismo, e Teoretica cui pochissimi eletti potevano accedere per accrescere la propria elevazione intellettuale e spirituale. 

Quanto “spazio calpestabile” c’è all’interno della Piramide? Ci sono sicuramente altre stanze, oltre alle tre scoperte (la grotta sotterranea e le due interne), che crediamo uniche (così non se ne cercano altre!). Devono essercene per forza altre (oltre a quelle – non si sa quante – sotto la Camera del Re, nella Torre interna), vista la funzione della Piramide, e vista anche la sua dimensione.

E ci devono essere almeno due passaggi di accesso (ne sarebbe bastato uno, ma di certo ce n’era anche uno di emergenza), dato che la Grande Galleria, i corridoi ascendenti, quelli discendenti (cioè la strada percorsa da ogni turista), non sono stati concepiti per passarci l’uomo! Se la superficie della Piramide era rivestita, come è assodato, da lastre bianche e levigate che conferivano all’edificio un aspetto esterno lucido e riflettente, è logico pensare che l’ingresso fosse altrove e SOTTOTERRA, raggiungibile dopo aver attraversato una serie di corridoi, che probabilmente mettevano in collegamento la Piramide anche con altre strutture sotterranee.

Cronache di Erodoto

Erodoto racconta che alcuni sacerdoti, di notte, venivano visti navigare su misteriose barche, con le quali passavano sotto le sabbie di Giza, percorrendo un canale sotterraneo del Nilo. Nessuno sapeva dove andavano, perché stavano attenti a non farsi seguire. Andavano e venivano misteriosamente e silenziosamente, come dei fantasmi. Forse si recavano nella Piramide? Una volta dentro, attraverso scale e corridoi, avrebbero potuto raggiungere i vari locali.

Sempre Erodoto riferisce però anche di una pietra “girevole”, cioè un passaggio segreto all’esterno della Piramide.

In primo luogo, se era segreto, di certo i sacerdoti non l’avevano mostrato a Erodoto, ma tutt’al più ne avevano parlato, senza farglielo vedere; inoltre, ammesso che esista davvero tale passaggio, questo dovrebbe essere alla base, visto che la superficie – all’epoca della visita di Erodoto – era ancora ricoperta con lastroni che la rendevano lucida e impossibile da scalare. Infine, sembra poco probabile che il passaggio non sia stato scoperto durante la rimozione dei lastroni (utilizzati per ricostruire la città del Cairo). A questo punto, se la pietra girevole esisteva davvero, ci doveva essere una doppia sicurezza: lo strato sottostante ne doveva aveva un’altra, prevista per scongiurare un’intrusione.

Alquanto perplessa a causa delle mie idee circa un ingresso sotterraneo, sono stata tuttavia affascinata dalle parole di Erodoto, e non potendo resistere alla tentazione di indagare sull’esistenza di questa “porta” all’esterno della Grande Piramide… mi sono resa conto molto presto che c’era una pagina dell’archeologia egiziana, che non avevo ancora letto! E che questa seconda “porta” esisterebbe ancora …

La porta segreta


Infatti, Erodoto non fu l’unico a parlare di una porta segreta: le mie ricerche per approfondire la questione di questo “secondo ingresso”, mi hanno portato a individuare una straordinaria scoperta fatta molti anni fa da due famosi egittologi, vincolati dal giuramento di non rivelarla a nessuno finché fossero stati in vita.

L’episodio riguarda la scoperta del famoso accesso e di un “tesoro” nascosto, che si trova dall’altra parte. Ne voglio parlare dopo un breve preambolo, perché desidero che il lettore, prima, capisca che sto per raccontare l’esperienza massima che ogni archeologo auspicherebbe per se stesso… e quindi è necessario stabilire l’attendibilità di uno di loro, lo statunitense John Ora Kinnaman (1877-1961), famoso biblista, grande ricercatore e famoso conferenziere. Ma la descrizione fatta non rende certo giustizia a questo grande studioso, che ebbe per caso, o per volontà del destino, la fortuna di incontrare a Giza, durante un suo viaggio, sir William Flinders Petrie.

Il personaggio


Dopo essere stato un ragazzo-prodigio (ottenne il diploma di insegnante a 16 anni), John Ora Kinnaman si specializzò in Letteratura greca e latina, Storia antica, Filosofia e Archeologia classica all’Università di Chicago. Grazie alla sua spiccata attitudine per l’archeologia, fu presentato al Professor Frederic Starr, che lo convinse a condurre una serie di ricerche sull’Archeologia Americana, di cui egli era Capo Dipartimento. In un secondo tempo, Starr lo presentò al Dr. Stephen D. Peet, illustre archeologo americano, editore e fondatore della rivista American Antiquarian and Oriental Journal, della quale Kinnaman divenne caporedattore nel 1911, quando Peet si ritirò.

Anche negli anni precedenti, Kinnaman fu molto impegnato: dal 1903 insegnò Letteratura latina al Bentos Harbor College, nel Michigan (dove fu anche preside); nel 1907 si laureò in Archeologia classica all’Università di Roma; nel 1909 trascorse un anno intero presso i nativi pellirosse Chippewa, dei quali raccolse leggende antiche e testimonianze. Visse in seguito anche con gli Esquimesi, e perfino con alcune tribù di cannibali e di cacciatori di teste … sempre alla ricerca di tracce del passato.

Grazie alla sua competenza dell’antico ebraico, ri-tradusse tutta la Bibbia, scoprendo molte diversità con le versioni tradotte in precedenza; questo lo convinse che il testo originale era stato intenzionalmente manipolato e alterato.

Kinnaman cominciò a dedicarsi con molto interesse allo studio dell’Archeologia in relazione alla Bibbia e ai racconti definiti “apocrifi”, specialmente dopo la sua “avventura” con sir William Flinders Petrie; partecipò anche alla scoperta della tomba della Regina di Saba, in Etiopia. Sembra che proprio dopo questa scoperta l’imperatore Menelik lo avesse invitato in qualità di esperto, per testimoniare l’autenticità di un oggetto sacro conservato ad Axun, niente meno che l’Arca dell’Alleanza; sembra anche che il Dr. Kinnaman, dopo averla vista, l’abbia giudicata un’imitazione molto ben fatta.

Fu vice-presidente del Victoria Institute of Great Britain e della Society of the Study of Apocripha, nonché socio dell’International Society of Archeologists e del Palestine Exploration Found of Great Britain. Scrisse 4 libri, centinaia di articoli, e fu anche redattore di 5 riviste di archeologia, di cui una di sua proprietà: il Biblical and Archeological Digest.

Ma il motivo per cui sto scrivendo di lui, riguarda la sua scoperta fatta a Giza insieme a sir William Flinders Petrie, con il quale egli raccontò di aver lavorato per ben 11 anni.

Massoneria e Atlantide

Bisogna sapere che Kinnaman e Petrie erano massoni. Durante una riunione massonica del 1955, Kinnaman tenne una conferenza e dichiarò che negli anni ’20, lui e Petrie scoprirono un passaggio segreto sul lato sud della Grande Piramide, e di lì entrarono in numerose camere piene di reperti inquietanti. Sembra che i due archeologi avessero trovato un vero e proprio “tesoro nascosto”, comprese le prove dell’antica saggezza egizia e di quella atlantidea.

Videro anche oggetti incredibilmente “moderni”, alcuni eseguiti con metallo inossidabile e altri con un materiale che oggi potremmo associare idealmente al plexiglas… alcune macchine antigravità, “usate (35.000 anni fa!) anche per costruire la Piramide”; oltre ai documenti che svelavano “a cosa servisse l’edificio”, che non era per niente una tomba! Tra le varie cose, i due videro anche l’elenco completo di tutti i re egizi a partire dall’inizio vero… dal numero 1.

Erano forse le leggendarie 30 stanze “allestite” dal Re anti-diluviano Saurid, di cui parlava lo storico arabo Al Makrizi?

Ritenendo che la collettività non fosse pronta per queste rivelazioni, decisero di comune accordo di non svelare a nessuno l’ingresso segreto della Piramide, così che nessuno potesse mettere gli occhi (e soprattutto le mani) sul prezioso contenuto. E siccome William Flinders Petrie non parlò mai di questa esperienza, nell’ambiente ortodosso si preferì sospettare che le 30 stanze fossero frutto della fantasia dello stimato Dr. John Ora Kinnaman.

A distanza di tutto questo tempo, si sta ancora investigando sulla sensazionale scoperta. Alla Kinnaman Foundation for Biblical and Archeological Research, che l’archeologo e biblista istituì nel 1960, Steven Mehler (Direttore di Ricerca della Fondazione) da anni sta cercando di ricostruire la vicenda, attraverso gli scritti e le documentazioni lasciate da Kinnaman, tra cui anche molte audio-cassette, compresa quella con la registrazione della famosa conferenza, in occasione della riunione massonica del 1955.

Purtroppo, l’autobiografia di Flinders Petrie non cita mai Kinnaman, e nemmeno gli altri libri scritti su di lui. Nessun documento attesta che i due si fossero conosciuti; tuttavia esistono circostanze che fanno inequivocabilmente pensare che dovessero per forza conoscersi, avendo frequentato entrambi, negli stessi anni, certi personaggi di spicco nell’ambiente archeologico, e alcuni circoli culturali. Tra l’altro, erano entrambi membri del Palestine Exploration Found of Great Britain!

Il rinvenimento della “mappa”

Recentemente, il Dr. Steven Mehler ha trovato un documento dattiloscritto scritto dall’84enne Dr. Kinnaman cinque mesi prima di morire… che riporta in modo accurato come individuare e aprire la porta! Finalmente!

Kinnaman e Petrie, infatti, decisero di mantenere segreta fino alla loro morte l’ubicazione della porta; non solo… lo fecero davanti alle massime autorità egiziane dell’epoca (che quindi hanno sempre taciuto la notizia), informandole della scoperta e della decisione presa. Ma evidentemente il Dr. John Ora Kinnaman non seppe resistere alla tentazione di parlarne (senza tuttavia rivelarne l’ubicazione) e di rompere il giuramento, prima di morire. Infatti credo che la frustrazione più grande per uno scienziato, sia quella di dover mantenere nascosta la sua più grande scoperta!

Prima di morire, Kinnaman ruppe (almeno per iscritto) il giuramento e scrisse a macchina come trovare la porta; poi infilò il foglio tra le montagne di carte e di libri. Forse lasciò al caso di scegliere il momento della rivelazione. E il caso ha voluto che corrispondesse proprio al periodo epocale previsto dal veggente Edgar Cayce, il quale profetizzò che nel decennio a cavallo del nuovo secolo, sarebbe stata aperta la Camera dei Documenti …

30 camere nascoste

A me sembra che il nome del leggendario re Saurid assomigli foneticamente a quello di Osiride… e forse non si tratta di una mera coincidenza. E credo possibile che almeno alcune delle 30 stanze siano all’interno della Torre Djed, perpendicolarmente sotto la Camera del Re, e che lì si trovino anche i “Libri di Thot”. Penso che altri locali, a uso di laboratorio scientifico, siano ubicati nella parte superiore della piramide, oltre lo Djed… e che “qualcos’altro” di assolutamente inimmaginabile si trovi in un ambiente più in alto ancora, vicino al vertice. E che i due egittologi, dopo lo sbigottimento iniziale per aver visto “ciò che hanno visto” all’interno delle camere, abbiano deciso di non rivelare dov’erano.

I “Libri di Thot” sono ancora nella Grande Piramide, nella Camera della Conoscenza!

Cosa contengono di così sconvolgente o pericoloso?
(fonte: www.misteria.org)

martedì 22 dicembre 2015

Planet X? Probabilmente no, ma i dati sembrano dimostrare il contrario

Planet X? Probably not, but the data seem to show the opposite
Планета X? Наверное, нет, но данные, кажется, показывают обратное
X行星?或许不会,但数据似乎显示相反的


Perché i grandi studiosi hanno dedotto due versioni radicalmente opposte sull’ipotetica esistenza del tanto discusso Pianeta X ? 
E perché , alcuni di loro non solo riconoscono l’esistenza del decimo pianeta, ma posseggono anche delle argomentazioni valide atte a sostenere questa teoria?  Ciò nonostante la gran parte della comunità scientifica ritiene che il Pianeta X (Nibiru) – non è altro che una semplice invenzione, che porta i suoi sostenitori a guadagnare milioni se non miliardi di dollari.


Ora una serie di radiotelescopi dislocati in Cile avrebbero intercettato misteriosi segnali che sembrano provenire da lontani corpi celesti suscitando un acceso dibattito sull’ipotetica esistenza di mondi precedentemente non rilevati ai margini del nostro Sistema Solare che gli astronomi associano a delle nane brune o a errori di lettura dei dati forniti dagli strumenti progettati per il rilevamento di corpi estranei. I recenti dati ottenuti dalle attrezzature dell’ Atacama Large Millimeter / Submillimeter Array, o ALMA, hanno portato alla pubblicazione di due articoli sul server arXiv. Storicamente, alcuni degli studi che gli scienziati ebbero modo di pubblicare su arXiv ebbero un notevole successo, mentre altri furono screditati dagli scienziati tradizionalisti.


Secondo uno studio presentato sulla rivista Astronomy & Astrophysics, alcuni rapporti menzionavano la presenza di un oggetto rilevato attraverso onde submillimetriche all’interno del sistema stellare Alpha Centauri binario, nel cui interno sembra interagire direttamente. Questa misteriosa presenza potrebbe essere associata ad un’altra stella diversa da quelle presenti nel sistema di Alpha Centauri? Allo stato attuale e in mancanza di prove certe, i ricercatori tendono ad escludere questo ipotetico scenario sulla base del fatto che il corpo celeste non è mai stato rilevato su lunghezze d’onda diverse da quelle solitamente utilizzate . ll team di ricerca riferisce che è del tutto incomprensibile che una stella così luminosa possa comportarsi in questo modo è di conseguenza passare inosservata.


La migliore spiegazione e’ che l’oggetto potrebbe far parte del nostro sistema solare e che per via della sua orbita molto distante dalla sua stella risulterebbe estremamente difficile rilevarne la presenza attraverso le differenti lunghezze d’onda. Le distanze dei corpi celesti confinati ai margini del nostro sistema solare sono tipicamente espresse in unità astronomiche, o AU, significando che 1 UA equivale a 149,5 milioni di chilometri che è la distanza media che separa la Terra dal Sole. Tra le tante possibilità citate nel lavoro condotto dai ricercatori vi è quella dell’esistenza di un mondo freddo e buio, distante non più di 100 UA dal nostro pianeta , una super-Terra localizzata a circa 300UA, o anche a una nana bruna che si potrebbe nascondere all’interno della Nube di Oort, a 20.000 UA.
Recentemente sono stati rilevati diversi oggetti estranei sul bordo del nostro sistema solare, tra questi figurano Sedna e altri due mondi conosciuti come 2012 VP113 (Biden) e V774104. Tuttavia, il corpo celeste in questione sembra comportarsi in modo molto strano, probabilmente per via delle sue enormi dimensioni. Ancora più strano è il risultato di uno studio pubblicato su Nature lo scorso anno attraverso il quale veniva suggerito che un tale oggetto potrebbe esistere a tutti gli effetti. Questo spiegherebbe come gli oggetti come Sedna, siano stati soggiogati da un’orbita anomala, lontana ed eccentrica.
Il secondo studio, anche questo sottoposto all’attenzione di Astronomy & Astrophysics, riporta come sono state la rivelate delle onde submillimetriche da un oggetto confinato nella stessa area celeste in cui si trova la stella W Aquilae alla quale è stato attribuito il nome provvisorio di Gna, una dea della mitologica scandinava raffigurante la brezza. Woulter Vlemmings, della Chalmers University of Technology, in Svezia, è co-autore di entrambi gli studi condotti su questo misterioso corpo celeste.
Vlemmings, unitamente ai suoi colleghi ritengono che “Gna” potrebbe essere un oggetto dalle dimensioni di 225-880 chilometri di diametro la cui orbita si aggirerebbe sui 12-25 UA. Queste dimensioni lo farebbero classificare come quello che gli astronomi chiamano un oggetto centauro, inteso come un corpo celeste localizzabile da qualche parte tra le orbite di Saturno e Nettuno.

Gli esperti affermano che l’intruso potrebbe essere un oggetto dalle dimensioni di una stella nana bruna, il quale potrebbe nascondersi molto al di là di Sedna, ad una distanza di circa 4.000 UA. Alcuni rapporti appena pubblicati non fanno altro che alimentare le teorie che da troppo tempo circolano sul Pianeta X, un misterioso corpo celeste in agguato da qualche parte nel nostro sistema solare. 
Ovviamente gli studi condotti da ALMA non fanno altro che generare una raffica di polemiche e scetticismo. Anche i ricercatori che stanno dietro al lavoro del GNA riconoscono, seppur indirettamente, che qualcosa di significativo si potrebbe nascondere dietro alle osservazioni condotte da ALMA.  Mike Brown, un astronomo del Caltech e uno degli scopritori di Sedna, postulo’ su Twitter forti dubbi circa l’esistenza di questo misterioso corpo celeste dalle dimensioni notevoli.
di Egidio De Bellis

venerdì 18 dicembre 2015

Il gatto protegge l'uomo da 10000 anni

The cat protects man from 10,000 years
Кошка защищает человека от 10000 лет
猫保护人从万年


Come sostenevano gli Egizi, il gatto pare vedere gli spiriti dei morti: chiunque abbia un gatto può riferire come il micio di casa, sonnacchioso e pigro, qualche volta alzi lo sguardo, addirittura a volte ringhi o soffi furiosamente, verso qualcosa che il padrone non scorge. Fantasie del felino, sogni ad occhi aperti? Non proprio.
La capacità che i mici riescano a vedere con i propri occhi quel particolare fenomeno che è costituito dagli Orbs, le sfere che appaiono nelle fotografie realizzate con le macchine digitali o con le pellicole più sensibili, è facilmente dimostrabile. Esistono varie foto che mostrano il gatto osservare con curiosità e interesse in direzione delle sfere Orbs, peraltro invisibili all’Uomo. 

Com’è possibile? Se si trattasse di un difetto ottico dovuto al pulviscolo, come sostengono gli scienziati, come potrebbe il gatto dimostrare interesse o paura per un semplice granello di polvere? Se viceversa si trattasse di entità diverse, non necessariamente spiritiche ma anche solo energetiche, allora la speciale abilità del gatto di percepire vibrazioni e frequenze ignote all’uomo potrebbe spiegarsi in termini scientifici. La particolare sensibilità sensoriale consentirebbe al micio di vedere oggetti e fenomeni che i sensi umani, non particolarmente sviluppati, non riescono a percepire. Non è detto che ciò che non si vede non debba esistere: solo perché gli scienziati non hanno gli strumenti per osservare un fenomeno, non vuol dire che non esista, come invece stupidamente molti di questi soloni affermano. questo potrebbe spiegare una serie di abilità specifiche del gatto, come la sua empatia. Sempre chi possiede un micio ha sicuramente sperimentato che quando non si sta bene, il nostro amico in qualche modo lo “senta” e cerchi di trasmettere energia alla parte malata. Esempio classico è un mal di stomaco, un disturbo intestinale: ecco che il nostro felino si accoccola sulla pancia, donandoci un calore e una sensazione di benessere incredibile. Non a caso oggi si utilizza questa empatia per la celebre Pet Therapy, che cura con successo svariati malanni anche psichici. Non è il solo potere che dispone la nostra meraviglia a quattro zampe: caso unico tra gli animali, il gatto cerca di dormire sopra i cosiddetti nodi di Hartmann, ossia quelle particolari intersezioni delle linee del campo magnetico terrestre che avviluppano tutto il pianeta a intervalli regolari.

Se un uomo sostasse a lungo sopra uno di questi nodi, proverebbe una sensazione di spossatezza: non così il micio, che sembra al contrario rilassarsi in questi nodi evitati da tutti gli altri animali. Perché? Questa percezione del magnetismo è nota in tanti animali, come ad esempio tutti i migratori. Ma il gatto fa di più, è come se fosse in connessione con l’Energia Oscura che permea tutto l’Universo. E’ questo il segreto dei gatti? E’ questo il calore curativo che ci trasmette quando stiamo male? Se pensiamo che questa energia, teorizzata e dimostrata attraverso calcoli matematici ma non ancora avvistata per il già citato deficit sensoriale degli esseri umani, è in relazione con i riti magici ancestrali legati al concetto della Dea Madre, si comprende come gli Egizi avessero potuto divinizzare il gatto come esponente terreno della stessa divinità femminile universale.

Ma in tutto questo, quali sono le conseguenze pratiche? Da un lato, occorre considerare il micio come un essere evoluto, intelligente e sensibile, forse anche più dell’Uomo a livello emotivo. Per tale motivo occorre trattarlo in maniera sempre rispettosa e riverente, comportamento peraltro che si dovrebbe tenere con tutti gli esseri viventi. E dall’altro osservare le sue sfumature e imparare a percepire i mondi sottili, le dimensioni invisibili che ci circondano.


giovedì 10 dicembre 2015

MIRACOLINA – La bacca proibita dalle multinazionali

MIRACOLINA - Berry prohibited by multinationals
MIRACOLINA - Берри запрещено транснациональных корпораций
MIRACOLINA - 贝瑞禁止跨国公司


UTILIZZATA DA 20 ANNI IN GIAPPONE MA VIETATA NEGLI USA E NON AUTORIZZATA IN EUROPA, la bacca di questa pianta originaria dell’Africa Occidentale ha la proprietà di rendere dolce e piacevole tutti i cibi aspri e amari, senza contenere zucchero e anzi non attiva l’insulina e quindi è perfetta per i diabetici e per chi è in sovrappeso. Ma negli anni 70 è stata vietata per motivi che risultano poco chiari. E’ stata scoperta all’inizio del ‘700 da un esploratore francese che aveva notato come i nativi dell’Africa occidentale usavano i frutti della Synsepalum dolcificum per condire le loro pietanze. La cosa strana era che le bacche non avevano nessun sapore di per sé, ma quando venivano addizionate a cibi o bevande acide, queste venivano percepite come dolci.
IL MIRACLE FRUIT DI TOKYO. In Giappone tutti quelli che vogliono assaporare un pò di dolci rispettando la propria salute sanno dove andare: ci sono molti bar-pasticcerie, come ad esempio il “Miracle Fruit” di Tokio, dove tutte le leccornie offerte lì – compresi torte, gelati, mousse al cioccolato e paste – non contengono neanche un briciolo di zucchero. E infatti, se assaggiati da sé, i «dolci» del Miracle Fruit alla frutta sono acidissimi, e quelli al caffè e al cioccolato molto amari. Ma ecco il trucco: prima dell’abbuffata, si mastica la piccola bacca rossa di Miracolina, un po’ simile al frutto della rosa canina, offerta dalla casa. Da quel momento, la lingua avverte tutti i sapori aspri e amari come dolci. Una spremuta di limone o di pompelmo sembrerà una limonata. Un caffè senza zucchero, vi sembrerà zuccherato.
LA MOLECOLA MAGICA. Infatti la Miracolina, così è stata chiamata la molecola contenuta nelle bacche del Synsepalum dolcificum, nonostante non abbia praticamente alcun sapore, ha la capacità di rendere dolce i cibi amari e aspri. Riesce ad ingannare i recettori del sapore dolce presenti sulla lingua e fa si che, ad esempio, il pompelmo sembri dolce, con effetti che durano fino a 60 minuti dopo la sua assunzione. Il vantaggio, rispetto agli altri dolcificanti naturali, è che la miracolina è una glicoproteina non metabolizzata con l’azione dell’insulina e quindi rappresenta un’alternativa per i diabetici. Inoltre praticamente non contiene calorie.

VIETATA DALLE MULTINAZIONALI. A partire dagli anni ’60-’70 è nata una diatriba per la sua commercializzazione, fino a quando l’FDA, l’ente che autorizza e controlla l’uso di cibi farmaci in America, decise di bandire il frutto dal mercato americano con la motivazione che risultasse nocivo per coloro che soffrono di diabete. Questa pericolosità non è stata mai dimostrata. Ciò che è pericoloso per i diabetici è lo zucchero, che viene messo dappertutto, eppure nessun ente si lamenta, cosa c’è dietro quindi? E’ curioso infatti che mentre vietava la Miracolina, l’FDA stava autorizzando la vendita dell’aspartame, il dolcificante chimico prodotto dal colosso farmaceutico Searle: un business da miliardi di dollari. Per autorizzare l’aspartame ci sono voluti 16 anni, infatti non si riusciva a fargli superare i test e oggi lo si trova in tutti i supermercati, nelle bevande e cibi light e in pseudo-zuccheri commerciati con i nomi Neutrasweet, Sucrase e così via. In Europa leggete bene le etichette: l’aspartame è indicato come additivo E 951. L’aspartame è un comprovato neurotossico. E’ in corso in USA un processo collettivo, su richiesta di migliaia di consumatori, che chiede alla Searle 350 milioni di dollari per i danni causati dall’aspartame. Secondo le accuse, la Searle ha nascosto i danni fisici già evidenti durante le prove cliniche: avrebbe persino asportato i tumori cerebrali che si sviluppavano nei ratti da laboratorio alimentati con aspartame.

DOVE TROVARE LA MIRACOLINA. Questo frutto cresce con molta difficoltà fuori dal suo ambiente naturale, e la glicoproteina si deteriora rapidamente, impedendone l’esportazione. Cresce solo su suoli acidi, in ambienti tropicali umidi. Per questo in Giappone si vendono i frutti surgelati e anche le pasticche di Miracolina, e sono prodotti molto richiesti e usati da almeno ventanni. Recentemente un gruppo di ricercatori dell’Università di Tsukuba è riuscita ad inserire il gene responsabile della produzione della miracolina nella lattuga, riuscendo così a produrre la glicoproteina al di fuori del frutto originario, aprendo così la strada ad uno sfruttamento commerciale. In Europa la vendita di prodotti a base di questa pianta non è autorizzata ma non ci sono informazioni sulla sua pericolosità per la salute umana. Negli USA è ancora vietata. La stessa cosa è successa alla Stevia, che solo qualche anno fa, dopo decenni di attesa, è stata legalizzata. E’ una pianta scomoda perché è più dolce dello zucchero, non attiva l’insulina e quindi è salutare, non ha calorie e fa addirittura bene ai denti! Fin dall’antichità si parla del miele che serviva a mandar giù l’amara medicina, e oggi abbiamo a disposizione qualcosa di ancora migliore. Infatti è perfetto per far consumare erbe salutari amare o altre sostanze senza percepire il sapore che potrebbe infastidire. Questo frutto sconosciuto potrebbe rivoluzionare il mercato dei dolcificanti, creare una nuova idea di cucina senza zucchero e rendere piacevoli i rimedi naturali. E’ tempo che l’Europa valuti la sua immissione nel mercato sulla base di prove scientifiche concrete.
Fonte:  dionidream.com  
Redatto da Pjmanc
Tratto da: lastella

martedì 1 dicembre 2015

LA DIETA VEGANA INVERTE L’INVECCHIAMENTO AGENDO SUL DNA – NUOVA SCOPERTA

The vegan diet reverses aging by acting on DNA - New discovery
Вегетарианская диета изменяет старение путем воздействия на ДНК - новое открытие
纯素饮食逆转衰老通过作用于DNA - 新发现

Una dieta vegana non solo aiuta a guarire da molte malattie, ma blocca letteralmente gli effetti dell’invecchiamento, agendo nell’organismo a livello genetico: uno studio scientifico americano, appena pubblicato sul Lancet Oncology, ha cosi’ dimostrato per la prima volta il potere di un regime alimentare corretto addirittura sul DNA umano.

La ricerca condotta dall’università della California a San Francisco sotto la guida del famoso nutrizionista americano Dean Ornish (che in questo studio ha collaborato con la dr.ssa Elizabeth Blackburn, premio Nobel per la Medicina nel 2009) ha osservato in 10 uomini malati di tumore della prostata e sottoposti a dieta vegana e altre lievi modifiche allo stile di vita (il cosiddetto “Programma Ornish”), l’apparire di mutazioni “ai telomeri” dei pazienti: I telomeri sono la parte finale dei filamenti cromosomici e la loro lunghezza e’ stata legata alla longevità e a una ridotta incidenza di gravi malattie. “Abbiamo scoperto che la telomerasi è aumentata del 30 per cento in soli tre mesi”, ha detto Ornish. La telomerasi è un enzima che colpisce i telomeri. Gli studiosi hanno inoltre esaminato l’attività dei geni. “L’espressione genica su 500 geni è cambiata, in ogni caso in modo benefico,” ha detto Ornish a NBC News.
Dopo 5 anni il team ha rimisurato la lunghezza dei telomeri.
Tra i 10 uomini con cancro alla prostata che hanno adottato i cambiamenti di stile di vita, la lunghezza dei telomeri è aumentata in media del 10%. In confronto, la lunghezza dei telomeri è diminuita in media del 3% nei restanti 25 uomini a cui non è stato chiesto di apportare modifiche allo stile di vita.

“E’ il primo studio ad evidenziare che un intervento sullo stile di vita può bloccare l’invecchiamento cellulare – ha detto Ornish – Le implicazioni di questo relativamente piccolo studio pilota possono andare oltre gli uomini con cancro alla prostata. Se convalidato da studi controllati randomizzati su larga scala, questi cambiamenti dello stile di vita possono ridurre significativamente il rischio di una grande varietà di malattie e mortalità prematura. I risultati ci dicono che i nostri geni sono la predisposizione, ma NON sono il nostro destino”.
Il programma Ornish, che include una dieta vegana e altre pratiche salutari (come il camminare 30 minuti quasi ogni giorno, praticare yoga e adottare tecniche di gestione dello stress) si era già dimostrato capace di invertire le malattie cardiache, il diabete e mantenere il cancro alla prostata sotto controllo.
La dieta vegana include il consumo di frutta, verdura, legumi e cereali (ed esclude carne, pesce, latticini e uova).
I pazienti di Ornish dovevano anche consumare integrale e mantenere l’assunzione di grassi intorno al 10% delle calorie quotidiane.

FONTE: Dean Ornish, Jue Lin, June M Chan, Elissa Epel, Colleen Kemp, Gerdi Weidner, Ruth Marlin, Steven J Frenda, Mark Jesus M Magbanua, Jennifer Daubenmier, Ivette Estay, Nancy K Hills, Nita Chainani-Wu, Peter R Carroll, Elizabeth H Blackburn, Effect of comprehensive lifestyle changes on telomerase activity and telomere length in men with biopsy-proven low-risk prostate cancer: 5-year follow-up of a descriptive pilot study, The Lancet Oncology, Early Online Publication, 17 September 2013

Testo tratto dalle seguenti fonti: